Nei giorni precedenti l’inizio delle mestruazioni, la maggior parte delle persone di sesso femminile con ciclo mestruale regolare (il 90% circa) sperimenta un insieme di sintomi specifici, sia fisici sia psicologici, che vengono riconosciuti nel loro insieme come sindrome premestruale (SP). Si tratta di manifestazioni sgradevoli che, tuttavia, si mantengono generalmente in forma lieve e dunque sono facilmente sopportabili dalle pazienti.
In alcuni casi più rari, però, la sindrome premestruale può aggravarsi nel disturbo disforico premestruale (DDP), una forma più severa, in cui i sintomi – in particolar modo di natura psicologica – diventano invalidanti e interferiscono sensibilmente con la quotidianità di chi li sperimenta.
Quali sono i sintomi della sindrome premestruale e del disturbo disforico premestruale? E quali i trattamenti consigliati? Approfondiamo l’argomento con il dottor Domenico De Donatis, psichiatra presso Humanitas San Pio X e presso Humanitas Psico Medical Care.
Sindrome premestruale: i sintomi
La sindrome premestruale si manifesta con particolare evidenza nei quattro giorni che precedono l’inizio delle mestruazioni. I sintomi sperimentati più comunemente sono:
- sensazione di gonfiore fisico
- abbassamento del tono dell’umore
- stanchezza
- irritabilità
- ansia
A questi si possono aggiungere altre manifestazioni a livello fisico che comprendono:
- mal di testa
- dolore e gonfiore del seno
- indolenzimento ai muscoli
- aumento della fame o voglia di alimenti specifici
- disturbi del sonno (dormire più della norma o avere un sonno disturbato)
I sintomi psicologici, invece, possono comprendere anche:
- stati depressivi (sensazione di tristezza e tendenza al pianto)
- sbalzi d’umore
- difficoltà di concentrazione
- sentirsi sopraffatti dalle cose
- tendenza a ritirarsi socialmente
Disturbo disforico premestruale: quali sono i sintomi
Nel caso di disturbo disforico premestruale, che, come abbiamo detto, si presenta come una forma più severa della sindrome premestruale, i sintomi avvertiti saranno simili ma di intensità maggiore. In particolar modo si acuiscono le manifestazioni di natura psicologica e possono aversi stati depressivi più profondi, in cui la sensazione di sopraffazione e la necessità di isolarsi a livello sociale diventano invalidanti.
Vanno dal 3 al 9%, infatti, le persone di sesso femminile che, in fase premestruale sviluppano sintomi altamente invalidanti, che impediscono il normale svolgimento della routine e degli impegni quotidiani, interferendo con attività abituali come il lavoro o, nel caso di pazienti più giovani, la scuola. Questi sintomi possono anche disturbare i rapporti personali, manifestandosi nelle relazioni sociali, anche quelle più intime con familiari, parenti e amici.
Come si diagnosticano la sindrome premestruale e il disturbo disforico premestruale
Per avere una diagnosi di sindrome premestruale e di disturbo disforico premestruale è opportuno consultare lo psicoterapeuta. Non si utilizzano, infatti, esami o test a fini diagnostici per questi disturbi, ma la diagnosi avviene tramite il rapporto dialogico tra paziente e psicoterapeuta. Grazie al colloquio psicologico, infatti, lo specialista avrà modo di valutare la sintomatologia, la sua intensità e la sua durata.
In determinati casi, lo specialista può richiedere a sua discrezione la compilazione di un diario giornaliero, in cui la paziente prende nota quotidianamente dei sintomi psicologici e fisici che si manifestano. Abitualmente questo genere di attività viene richiesta per circa due mesi, al fine di avere un quadro più ampio del disturbo.
Sindrome premestruale: i rimedi
Per contenere la sindrome premestruale si possono mettere in pratica alcune buone abitudini che aiutano a mantenere una vita attiva ed equilibrata, con benefici sia sul tono dell’umore, sia sul fisico. È quindi opportuno svolgere attività fisica regolarmente, non esagerare con i pasti abbondanti e ridurre il contenuto di sale nei piatti (in particolar modo se la paziente soffre abitualmente di gonfiore). Anche effettuare esercizi di rilassamento o attività che favoriscono la concentrazione mentale come lo yoga apporta un miglioramento dell’umore.
Chiaramente queste accortezze per essere efficaci dovrebbero diventare delle buone abitudini, da portare con sé per tutto il mese e non soltanto nei giorni a cavallo delle mestruazioni. Infine, in caso di sintomi fisici come il mal di testa o il dolore muscolare, può essere utile assumere farmaci antinfiammatori. Anche la pillola anticoncezionale può contenere la sintomatologia della sindrome premestruale, ma va assunta esclusivamente su prescrizione dello specialista ginecologo in accordo con lo psicoterapeuta.
Disturbo disforico premestruale: i rimedi
Trattandosi di una forma aggravata, in cui i sintomi psicologici, in particolar modo quelli di natura depressiva, sono più severi, il disturbo disforico premestruale può necessitare il ricorso a una terapia farmacologica più strutturata. In particolare, lo psichiatra potrebbe valutare la prescrizione di farmaci della classe SSRI, utilizzati proprio nel trattamento di ansia e depressione.
Alla terapia farmacologica concordata con lo specialista curante, è poi opportuno seguire gli stessi consigli validi per la sindrome premestruale. Dal possibile ricorso alla pillola anticoncezionale, sempre su stretto controllo medico, all’utilizzo di antinfiammatori in caso di mal di testa o dolori intensi. Infine, avere uno stile di vita equilibrato e attivo, caratterizzato da una dieta sana e dal ricorso a pratiche di rilassamento fisico e mentale, è sempre consigliato per attenuare le manifestazioni di stress fisico e psicologico.