Gli esami di screening per il tumore del collo dell’utero sono Pap test e HPV-DNA, test offerti gratuitamente alle donne secondo fasce di età prestabilite: il Pap test ogni 3 anni tra i 25 e 30 anni, il test per Papilloma virus ogni 5 anni tra i 30 e 64 anni. Grazie a un’aumentata adesione delle donne ai test di screening, negli ultimi dieci anni l’incidenza dei tumori della cervice uterina in Italia è diminuita di circa il 25%. Ne parliamo con il dottor Alessandro Bulfoni, responsabile di ostetricia e ginecologia di Humanitas San Pio X.
Qual è la relazione tra infezione da HPV e tumore della cervice uterina?
«Il tumore del collo dell’utero, chiamato anche carcinoma della cervice uterina, è causato da un’infezione pregressa, ovvero presente da tempo, da papilloma virus umano (HPV) che si trasmette sessualmente – spiega l’esperto -. Esistono tipi diversi di virus HPV e di questi, le infezioni indotte da HPV 16 e HPV 18 sono considerate tra quelle più a rischio per il carcinoma della cervice uterina, uno dei cinque tumori più frequenti nelle donne di età inferiore a 50 anni. Insieme all’infezione, tra i vari fattori che contribuiscono all’insorgenza del cancro però, non dimentichiamo anche il fumo di sigaretta, abitudini sessuali, familiarità per il tumore della cervice uterina, dieta povera di frutta e verdura, obesità».
Dall’infezione HPV al tumore della cervice uterina, quanto tempo passa?
«La maggior parte delle infezioni da HPV regredisce spontaneamente – spiega il dottor Alessandro Bulfoni -. In alcuni casi, però, anzichè regredire, nel tempo si formano lesioni sul tessuto del collo dell’utero che possono evolvere in cancro. Dal momento che dalle lesioni al cancro il tempo è lungo, e non sono sempre visibili segni clinici nè dell’infezione né della malattia, il Pap test ogni 3 anni dai 25 ai 30 anni permette di identificare precocemente la presenza delle lesioni prima che degenerino (lesioni pre-cancerose), trattarle e risolverle. Dopo i 30 anni, secondo le più recenti evidenze scientifiche, il test più efficace per rilevare le lesioni da Papilloma virus è l’HPV-DNA test ogni 5 anni».
Pap test ogni 3 anni tra 25 e 30 anni: perchè?
«La scelta di offrire lo screening gratuito con Pap test alle donne di età compresa tra 25 e 30 anni è data dal fatto che in giovane età è molto alta la probabilità di avere una infezione da HPV ma senza rilevanza clinica – prosegue l’esperto -. Il Pap test, in presenza di positività al test HPV-DNA, è fondamentale per rilevare le alterazioni che necessitano approfondimenti diagnostici (colposcopia o HPV test annuale)».
HPV-DNA test dopo i 30 anni: perchè ogni 5 anni?
«Proprio per la lenta evoluzione delle lesioni che si formano sulla cervice uterina a seguito di infezione da Papilloma virus, il test HPV-DNA non è raccomandato prima dei 30 anni e non fa ripetuto a intervalli inferiori a 5 anni» sottolinea il ginecologo.
Come si effettuano Pap test e HPV test?
Il prelievo è simile in entrambi gli esami: durante la visita ginecologica, dopo aver introdotto in vagina lo speculum per rendere visibile la cervice uterina, il ginecologo prima passa una delicata spatola sul collo dell’utero, poi introduce un tampone (una sorta di spazzolino) per raccogliere le cellule sul primo tratto del canale cervicale.
Perchè è importante aderire ai programmi di screening?
Aderire ai test di screening ed effettuarli a intervalli regolari aumenta le probabilità di rilevare e diagnosticare eventuali lesioni pre-cancerose che, nella maggior parte dei casi, possono essere rimosse con un piccolo intervento chirurgico. In questo modo viene interrotta la naturale progressione della lesione in cancro. Tuttavia, la scelta terapeutica dipende dalla natura della lesione identificata e dalla profondità della sede della lesione. In caso fosse richiesto eseguire il Pap test con una maggior frequenza, l’esame può essere svolto al di fuori dello screening, prenotando una visita ginecologica. In questo caso, l’esame viene effettuato durante la visita prenotata.