La “riserva ovarica” indica la quantità di follicoli (strutture contenenti la cellula uovo) presenti nelle ovaie in un determinato momento della vita di una donna.
Misurare la riserva ovarica aiuta a prevedere la fertilità: più follicoli fecondabili ci sono, maggiore è la fertilità. Tuttavia, è altrettanto importante valutare la qualità dei follicoli e della cellula uovo per stimare le probabilità di gravidanza.
Inoltre, la riserva ovarica è un indicatore fondamentale nei trattamenti di fecondazione assistita, poiché consente di personalizzare le dosi dei farmaci e di prevedere la risposta ovarica alla stimolazione.
Fattori che influenzano la riserva ovarica La riserva ovarica è influenzata dall’età biologica. Ogni bambina sviluppa circa 7 milioni di follicoli prima della nascita (20a settimana di gestazione). Tuttavia, per fenomeni di atresia cellulare, alla nascita il numero scende a circa 2 milioni.
Questa diminuzione continua nel corso della vita:
Alla pubertà: 300.000-500.000 follicoli.
Durante l’età fertile: progressiva riduzione con ovulazione dei follicoli migliori.
Alla menopausa: completo esaurimento.
La riserva ovarica indica la qualità dei follicoli? No. La riserva ovarica misura solo la quantità dei follicoli, ma non la loro qualità. Al momento, l’unico indicatore presuntivo della qualità ovocitaria è l’età della donna.
Riduzione precoce o prematura della riserva ovarica In alcuni casi, la riserva ovarica si riduce prima del previsto:
Riduzione precoce: prima dei 35 anni (10% dei casi).
Riduzione prematura: prima dei 30 anni (1% dei casi), con possibile menopausa precoce (<40 anni, “Premature Ovarian Insufficiency – POI”).
Cause principali:
Difetti cromosomici (alterazioni del cromosoma X, mutazioni genetiche).
Predisposizione familiare (menopausa precoce materna).
Malattie autoimmuni (Addison, tiroiditi, artrite reumatoide, sclerosi multipla).
Malattie infettive (parotite).
Malattie ginecologiche (endometriosi).
Chirurgia ovarica.
Chemio/radioterapia.
Fumo ed esposizione a sostanze tossiche.
La riserva ovarica indica la fertilità? Sì, ma il miglior indicatore resta l’età della donna. Dopo i 35 anni, la quantità e la qualità dei follicoli si riducono drasticamente, diminuendo le probabilità di gravidanza, anche con tecniche di riproduzione assistita. Tuttavia, nelle donne con riduzione precoce della riserva ovarica, la qualità degli ovociti può essere ancora buona, migliorando le risposte ai trattamenti.
Come accorgersi di una riserva ovarica ridotta? La riduzione della riserva ovarica non ha sintomi evidenti. I cicli restano regolari, sebbene possa verificarsi:
Leggera riduzione dell’intervallo tra i cicli.
Flusso mestruale meno abbondante.
L’unico modo per diagnosticare una riserva ovarica ridotta è attraverso test specifici.
Test per misurare la riserva ovarica I test più affidabili sono:
Conteggio dei follicoli antrali (AFC) mediante ecografia transvaginale tra il 3° e il 5° giorno del ciclo. Se il totale è >10, la riserva è buona; se <7, è bassa.
Dosaggio dell’ormone antimulleriano (AMH) nel sangue. Valori alti (>3,1 ng/ml) indicano una buona riserva; valori bassi (<1 ng/ml) indicano una riserva ridotta e possibili difficoltà nel concepimento.
Dosaggio dell’FSH e dell’estradiolo nel 3° giorno del ciclo. FSH >10-15 UI/L e estradiolo >80 pg/ml indicano una riserva ovarica bassa.
Cosa fare se la riserva ovarica è ridotta? Se si desidera una gravidanza:
Monitorare l’ovulazione con test o ecografie.
Consultare un medico esperto in infertilità.
Considerare trattamenti come la fecondazione in vitro (IVF) o la donazione di ovociti.
Se si vuole posticipare la gravidanza:
Preservazione della fertilità, congelando ovociti o tessuto ovarico per utilizzi futuri.
Fonti scientifiche:
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