Uno studio apparso su Neurology Neuroimmunology & Neuroinflammation segnala la possibilità anche per le donne affette da sclerosi multipla di affrontare una gravidanza, anche nel caso si renda necessaria la fecondazione assistita.
Lo studio, firmato da scienziati di Università della California, Università della Pennsylvania, Northwestern University e Brigham and Women’s Hospital di Boston, parte dalla constatazione che il ricorso alla fecondazione assistita fra le donne con sclerosi multipla è molto raro. Lo studio ha seguito per 11 anni 65 donne fra i 18 e i 45 anni che si sono sottoposte a vari tipi di stimolazione, da quelli ormonali orali alla Fivet, l’iperstimolazione ovarica con reimpianto degli ovociti fecondati in vitro. I dati indicano l’assenza di recidive della malattia.
Una delle paure delle donne con sclerosi multipla riguarda le modalità del parto e dell’allattamento, in particolare la possibile interferenza dei farmaci che assumono con l’anestesia e con la purezza del latte prodotto.
Finora i farmaci non erano stati approvati per l’uso in gravidanza e venivano quindi sospesi, con conseguente rischio di riacutizzazioni della malattia. Lo studio americano sembra smentire l’ipotesi di un rischio maggiore di recidive della malattia: da una parte, infatti, sono migliorate le tecniche di fecondazione assistita, dall’altra sono arrivati nuovi farmaci per la cura della sclerosi multipla.
«L’avvento dei nuovi farmaci monoclonali (cosiddetti biologici) offre oggi un ampio spettro di efficacia e sicurezza – dice il professor Alfredo Berardelli dell’Università Sapienza di Roma e presidente della Società italiana di neurologia (Sin) —, che permette di individualizzare il trattamento per ognuno dei circa 130mila pazienti con sclerosi multipla del nostro paese. Il loro utilizzo precoce consente fin dall’inizio un significativo miglioramento nella prognosi, limitando le ricadute cliniche, la comparsa di nuove lesioni infiammatorie e la progressione della disabilità, migliorando anche le funzioni cognitive. Come indicano i colleghi americani — conclude Berardelli —, l’efficace copertura offerta da questi nuovi trattamenti, insieme al miglioramento di quelli di procreazione assistita, promette alle pazienti con SM anche la gioia di una maternità più serena».
28/03/2023 Andrea Sperelli